PIEDI PIATTI E CORSA
Piedi Piatti e Infortuni nella Corsa: Un Mito da Sfatare?
Per molti anni si è pensato che avere i piedi piatti fosse una delle principali cause di infortuni nella corsa. L’idea era che l’assenza di un arco plantare ben definito rendesse il piede meno capace di assorbire gli impatti, aumentando il rischio di dolori e lesioni. Oggi però, la scienza ci dice che le cose non stanno proprio così.
Cosa dicevano le vecchie teorie
Secondo le teorie del passato, i piedi piatti causavano un’eccessiva pronazione, cioè una rotazione interna del piede che poteva sovraccaricare tendini, muscoli e articolazioni. Questo, si pensava, portasse più facilmente a tendiniti, fascite plantare e dolori al ginocchio.
Ma le ricerche più recenti hanno ridimensionato questa visione. Alcuni studi mostrano che anche i piedi con archi plantari molto alti possono aumentare il rischio di infortuni. In certi casi, un piede piatto può addirittura distribuire meglio i carichi, proteggendo da lesioni.
Il fattore chiave: l’adattamento del corpo
Il rischio di infortunio non dipende solo dalla forma del piede, ma da come il corpo si adatta allo sforzo. Ogni persona ha una struttura diversa e il corpo può adattarsi molto bene, se allenato correttamente.
Il problema nasce quando si aumenta il carico (come i chilometri di corsa) troppo in fretta, senza dare il tempo al corpo di abituarsi. Anche chi ha i piedi piatti può correre in modo sicuro, se segue un allenamento graduale e ben strutturato.
L’importanza di allenare il “foot core”
Un elemento fondamentale per tutti i corridori, con piedi piatti o no, è il rafforzamento dei muscoli del piede, chiamato anche “foot core”. Allenare questi muscoli migliora la stabilità, l’equilibrio e la capacità del piede di gestire i carichi durante la corsa.
Un piede forte e stabile è meno soggetto a sovraccarichi e si adatta meglio al movimento.
Non tutto dipende dalla forma del piede
Caratteristiche come piedi piatti, ginocchia valghe o talloni ruotati non sono di per sé causa diretta di infortuni. Ci può essere una correlazione, ma non una relazione di causa-effetto. Spesso, gli infortuni derivano da allenamenti troppo intensi o da una progressione troppo rapida, che supera la capacità del corpo di adattarsi.
Cosa conta davvero
Oggi, fisioterapisti e preparatori si concentrano sempre più sull’adattamento e sulla prevenzione. Questo significa allenarsi in modo progressivo, rafforzare i muscoli giusti e curare la tecnica di corsa.
Non è tanto importante che tipo di piede si ha, ma che il piede funzioni bene: che sia forte, mobile e capace di gestire lo sforzo.
Conclusioni
Avere i piedi piatti non significa automaticamente essere a rischio di infortuni. Il nostro corpo è in grado di adattarsi, se lo trattiamo nel modo giusto. Con un allenamento mirato, esercizi specifici e ascoltando i segnali del proprio corpo, si può correre in modo sicuro, a prescindere dalla forma dei piedi.
AUTORE
ROBERTO MONZANI
Fisioterapista OMPT, specializzato in terapia manuale e nella riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici